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7 Dic

La lettera del Superiore Provinciale per il Natale


Carissimi confratelli, a motivo di questa pandemia difficile da contenere, ci apprestiamo a vivere le celebrazioni natalizie con un po’ di apprensione per la diffusione dei contagi, ma sentiamo ancora più forte in noi il desiderio di far risuonare nelle nostre comunità cristiane l’annuncio di gioia e di speranza. Tale desiderio si traduce in un impegno, che ci tocca personalmente come credenti e come pastori. Non possiamo ridurre la festa del Natale a una questione politica circa l’opportunità di celebrare quest’anno la Messa di mezzanotte, rischiando di scadere in inutili polemiche che ci separano dagli altri. Siamo portatori di un messaggio di verità e testimoni di una speranza piena di certezze, che ha il suo fondamento nel fatto che, per amore, Dio Padre ha voluto inviare il proprio Figlio nel mondo per salvarlo (cf Gv 3,16). Il mistero del Natale ci obbliga a recuperare la memoria dell’incarnazione del Figlio di Dio e a celebrarla fedelmente, perché in questo evento di grazia è radicata tutta la nostra fiducia, e tutta la nostra speranza. Gli stessi evangelisti, raccontando di questo avvenimento, si mostrano più interessati al significato del mistero dell’incarnazione che alla precisione, per dovere di cronaca, dei dettagli da raccontare. Quanta forza interiore la nostra spiritualità dehoniana trae dalla contemplazione del mistero dell’incarnazione del Verbo di Dio! La Costituzione pastorale Gaudium et spes ci ricorda che “Il Figlio di Dio ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi, fuorché il peccato” (GS 22). Se il Figlio di Dio si è buttato a capofitto nel mondo e nelle sue vicende, anche noi dobbiamo sentirci pienamente immersi in quello che accade ogni giorno e condividere le attese e le speranze degli uomini, soprattutto dei più poveri, degli ultimi, di quanti non hanno altri che Dio e gli amici di Dio, a cui aggrapparsi. Se il Figlio di Dio è entrato nel mondo con questo spirito, anche noi ogni giorno, ripetendo un “Eccomi” più convinto nella breve “liturgia dell’oblazione”, ci apprestiamo a compiere lo stesso passo, uscendo da noi stessi e offrendoci in dono, al servizio dei progetti di Dio e per il bene dei fratelli. In questo mese ricordiamo il primo centenario dell’erezione canonica della Provincia Italiana. In spirito di oblazione, i confratelli che ci hanno preceduto hanno portato frutto nella Chiesa italiana, coinvolgendo in questa spiritualità tante altre persone e collaborando insieme a loro. Ricordiamo anche i nostri confratelli toccati dal contagio del coronavirus, in modo particolare la comunità del SS. Salvatore di Andria. Sono stati giorni difficili, soprattutto quando è giunta la notizia inaspettata della morte di p. Vincenzo Pinto sn. Ricordiamolo nella preghiera insieme a P. Michele Critani, a P. Savino Palermo e a P. Italo Rocchi che quest’anno festeggeranno il Natale in cielo, mentre noi avvertiremo la loro mancanza. Preghiamo per tanti conoscenti e benefattori che vivono un simile momento di prova e di sofferenza. Auguri e felicitazioni a p. Giuseppe Nicolai che proprio oggi festeggia il 25° anniversario dell’ordinazione sacerdotale. Il Signore lo ricolmi delle sue benedizioni e dei suoi doni per continuare il suo ministero fra gli ultimi, nella missione albanese. L’amore del Signore, manifestatosi a noi nel Cuore di Gesù, sia motivo di grande gioia. Santo Natale del Signore!

P. Ciro Moschetta