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7 Giu

Lasciate che i bambini vengano a me


La giornata della missione dehoniana albanese di Boriç inizia alle ore 7 del mattino con la Santa Messa che celebriamo con le suore Basiliane nostre compagne di viaggio nel cammino di evangelizzazione. Mentre io e p. Jarek ci spostiamo dalla casa alla chiesa, avvertiamo il silenzio surreale della campagna intorno a noi, intervallato di tanto in tanto dall’ululato di qualche cane o dal cantare dei galli dei pollai vicini. Questo solenne silenzio ad un certo punto viene interrotto dalle grida dei bambini che iniziano a riempire la nostra scuola materna. C’è sempre qualcuno che piange per capricci non ancora soddisfatti dalla mamma o dal papà che lo hanno accompagnato al nostro scuolabus; c’è chi piange perché è ancora assonnato o perché essendo ancora molto piccolo sente la nostalgia del calore materno. Il nostro scuolabus passa in tutti i villaggi a prendere i bambini per portarli nella nostra missione. Il nostro autista Noka conosce ormai tutte le case dei nostri piccoli, sperdute nei tratturi di campagna, dove lo aspettano all’esterno le mamme che come chiocce stringono a sé i bambini per proteggerli dal freddo del mattino. Quando, dopo i vari giri dello scuolabus, i 40 bambini sono tutti a scuola hanno inizio le attività con la preghiera del mattino. I bambini sono naturalmente religiosi e la preghiera animata da una delle suore è per loro un momento importante. In questo tempo imparano a ringraziare il Signore, a lodarlo, a chiedere la sua protezione. Nella nostra casa, posta al piano superiore della scuola, per tutta la mattinata si odono i canti, lo scandire delle lettere dell’alfabeto, la recita di una delle tante poesie.

L’asilo è nato circa 20 anni fa su iniziativa dell’allora missionario p. Mario Bosio che desiderava realizzare un centro diurno, una sorta di oratorio, di un punto di riferimento per l’educazione dei più giovani. La gestione è stata affidata fin dall’inizio alle suore che, affiancate da personale laico, hanno in questi anni educato tantissimi bambini e preparati a prendere il volo nella vita.

I piccoli che frequentano la nostra scuola materna provengono da famiglie semplici che vivono del lavoro duro delle campagne, del precario lavoro nelle fabbriche della città di Scutari e nelle tante imprese edili. Alcuni hanno la possibilità di pagare la piccola retta mensile, altri con i soldi che guadagnano non riescono nemmeno ad arrivare a fine mese e confidano sempre nella nostra disponibilità e generosità. La serenità che dovrebbe essere un diritto di tutti i bambini, a molti di loro è negata, soprattutto in alcune famiglie dove la povertà materiale, culturale e umana porta ad una inesistente attenzione alla propria  famiglia e in tantissimi casi alla violenza. La realtà multi religiosa dell’Albania fa sì che il nostro asilo sia frequentato anche da bambini mussulmani. I bambini imparano fin da piccoli che nella diversità c’è la ricchezza.

Tante sono state, durante quest’anno, le occasioni per far festa insieme ed imparare il significato dell’una o dell’altra ricorrenza, religiosa o civile che sia. Mi piace ricordare uno di questi momenti vissuti nel nostro asilo: la festa alla bandiera che ricorre il 28 novembre. Il popolo di lingua albanese ha un forte senso di appartenenza a questa bandiera rossa sulla quale trionfa un’aquila a due teste e in questa giornata ricorda il momento dell’indipendenza dalla dominazione ottomana durata oltre cinque secoli. Per l’occasione i bambini hanno potuto incontrare Ismail Qemali, fondatore dello stato albanese nel 1912, attraverso il racconto delle loro insegnanti ma soprattutto all’arrivo del loro eroe impersonato da p. Jarek, che con in mano una buona torta ha scatenato l’entusiasmo dei più piccoli.

Prima delle vacanze natalizie i bambini hanno messo in scena il presepe vivente. Che tenerezza vederli nelle vesti dei vari personaggi, seri, fermi, come imbalsamati da un misto di gioia, devozione e timidezza. Alla fine della rappresentazione è arrivato Babbo Natale a portare loro i regali da parte di Gesù. Lo stupore dei loro visi è stato evidente ma la reazione più bella è stata quella di una delle bambine più loquaci, che prendendo per mano Babbo Natale, come se lo conoscesse chissà da quanto tempo, ha iniziato a fargli tante domande. Grande è stata la tenerezza di Anti, l’uomo che ha impersonato Babbo Natale, padre da poco tempo, che ha saputo avvicinare tutti i bambini e farli sentire considerati e amati. “Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli” dirà Gesù ai suoi discepoli mentre impedivano ai piccoli che accorrevano da Lui di incontrarlo.

L’accoglienza qualificata che noi diamo a questi piccoli nel nostro asilo viene ripagata dalla loro semplicità e spontaneità, dalla loro capacità immediata di perdono, dalla loro gioia di vivere nonostante i loro mille problemi familiari, tutte caratteristiche che noi grandi dovremmo imparare da loro.

Quest’anno a causa della pandemia ci sono stati tanti problemi per adattare la struttura alle norme anticovid. La grande burocrazia che purtroppo affligge questo paese, le tante spese da sostenere, hanno fatto balenare in noi il pensiero della chiusura anche solo temporanea, ma le motivazioni ad andare avanti sono state più forti. Siamo sempre più convinti che la carità più grande di cui ha bisogno in questo momento l’Albania sia l’istruzione. I genitori sono contenti di mandare i loro figli nella nostra scuola dove ricevono una formazione completa e soprattutto vivono un momento di serenità che per alcuni rimane l’unico tempo di pace della giornata. Ringrazio perciò chi crede nella nostra missione e ci sostiene con la propria preghiera e con l’aiuto fattivo. Ogni mattina, nella nostra preghiera e in quella dei bambini affidiamo al Cuore di Gesù le necessità di tutti e in particolare di chi ci sostiene in quest’opera di evangelizzazione che la Chiesa ci ha affidato. In Corde Jesu.

P. Gianni Dimiccoli

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